Il vetro: trasparente fluidità della natura

Giochi cromatici, percezioni tattili, forme continuamente rinnovate e rinnovabili contribuiscono a valorizzare le qualità meccaniche di una materia prima tanto duttile quanto complessa da plasmare. Eccezionale resistenza alla compressione e alla flessione (soprattutto nei vetri temprati) assicurano manufatti inalterabili nel tempo, impermeabili a liquidi, gas, vapori e microrganismi.

 

Leggendariamente scoperto grazie ad un fuoco acceso in spiaggia da marinai fenici scampati ad una tempesta, il vetro accompagna la quotidianità dell’uomo ormai da millenni.

Un materiale straordinario, frutto di lavorazioni in più fasi, che si integra a pieno con l’ambiente, grazie alla perfetta compatibilità ecologica. La sua struttura costituita unicamente da sostanze naturali, infatti, consente un’infinita riciclabilità oltre ad un forte risparmio di energia per le nuove produzioni, realizzando così alla perfezione quel concetto di economia circolare tanto ricercato ai giorni nostri.

 

Un composto di silice, carbonato di sodio e carbonato di calcio (in effetti i componenti dei granelli di sabbia) che, opportunamente trattati, miscelati e lavorati, possono dar luogo ad infinite possibilità e sperimentazioni: dal classico vetro trasparente proprio di vari oggetti d’uso quotidiano fino alle intuizioni espressive dei mastri vetrai veneziani, che con la loro abilità creano opere d’arte identitarie, ricche di conservazione della memoria storica e moderne protagoniste della vetrina internazionale.

 

Il vetro diventa così un materiale davvero prezioso, che rispecchia la magia creativa dell’artista. Nella sua fluidità assume e può assumere caratteristiche tecniche differenti in base alla lavorazione che subisce. La sua versatilità consente di creare vetri visivamente piacevoli ma soprattutto dotati di proprietà chimico-fisiche distintive.

Un materiale resistente ma al contempo molto fragile, al pari della natura umana, che ben si percepisce a Murano, fulcro dell’arte vetraia in Occidente fin dai tempi antichi. Dapprima scelta strategicamente per la sua lontananza dal centro storico di Venezia e per la posizione di tramontana rispetto alla città (che consentiva ai fumi di non raggiungerla), l’isola di Murano si è rivelata – e continua a confermarsi- una vera e propria fucina di artisti e collezionisti provenienti dal tutto il mondo, attratti dalla maestranza degli artigiani locali, creatori di opere dal grandioso valore artistico.

 

 

Un materiale sopravvissuto a numerose epoche, senza tempo, che ancor oggi conserva un forte valore legato alle abilità artigianali, a riferimenti culturali e storici di forte importanza in un tempo di globalizzazione. Opposto alla tendenza del “tutto e subito”, il vetro è sinonimo di esperienza, manualità, consapevolezza, fragilità.

 

Descritto poeticamente come il “diaframma che ci separa dall’inconoscibile, o dal vero, ma al contempo ci unisce ad esso (mentre il muro separa totalmente), toglie il suono, ma ci aiuta con i riflessi” *. Lasciamoci trasportare dall’intuizione: meno razionalizziamo più ci incantiamo. (*cit. Silviano Fiorato)